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Anche in provincia di Belluno, e non solo, molti dei nostri iscritti aspettano una risposta da parte dell’INPS alle loro domande di invalidità presentate anche da più di  un anno. Il COVID ha inoltre contribuito a peggiorare questi ritardi con le visite bloccate durante il lockdown da marzo a maggio. Così la giacenza di tali domande presso l’INPS è aumentata del 30% e la situazione, già critica a fine 2019 quando in Italia si contavano 1,3 milioni di domande in attesa, è diventata ora insostenibile.

Dietro a dei numeri freddi, a dei ritardi sempre più intollerabili, si cela una umanità fragilissima che aspetta delle risposte pronte e certe, parliamo per esempio di anziani che hanno fatto domanda di accompagnamento o per usufruire della legge 104, di lavoratori che attendono il riconoscimento per poter lavorare in modalità protetta o per ricevere l’assegno di invalidità parziale.

Gli unici ad aver visto rispettato le tempistiche, anche durante il lockdown, sono stati i malati gravissimi come, per esempio,  quelli  oncologici. L’esame, in questi casi, si può fare su base documentale e il verbale della Commissione può arrivare nel giro di 15  giorni.

L’INPS è ben cosciente che la situazione è diventata insostenibile per le tante persone in attesa e ha diramato a tutte le Direzioni territoriali una circolare chiedendo un piano di rientro delle domande inevase.

Al di là dei problemi dell’INPS, nel frattempo, rimaniamo in attesa di vedere riconosciuto il diritto primario delle persone di avere una risposta celere e rispettosa di tempi certi alle domande presentate.

GG

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